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S.I.R. - S.A.I.R. - S.I.A.R. Torino

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Nel 1927 la S.A.I.R. si organizza stabilizzandosi definitivamente con l’Amministrazione in via Arcivescovado n. 10 dove si trattano tutte le pratiche amministrative e contabili, preventivi d’impianti, contratti di vendite rateali, di rappresentanza e relativa corrispondenza. La vendita al dettaglio, come già detto in precedenza, si effettua presso i Magazzini del Comm. Fr. Morsolin la cui Agenzia di Vendita è in via Santa Teresa n. 0 da dove partono tutte le spedizioni di vendite e pratiche di consulenza tecnica per corrispondenza. La costruzione e riparazione degli apparecchi ed accessori per radiofonia avviene nelle già citate Officine di via Madama Cristina n. 107 dove trova posto anche l’Ufficio Diffusione Reclame che si adopera per rispondere alle varie richieste di cataloghi, bollettini, listini prezzi ed opuscoli.
Le novità del 1927 furono diverse, da semplici restyling di apparecchi già noti a nuove costruzioni, comunque novità qualitativamente consistenti.

Nel 1928, in attesa che l’EIAR terminasse la costruzione della nuova Stazione di Torino, il Comitato dell’Esposizione Internazionale di Torino - che si tenne da aprile a novembre del 1928 – incaricò la nota ditta torinese SAIR di una Stazione trasmittente per la radiodiffusione che potesse funzionare subito e per tutta la durata dell’Esposizione stessa. «La stazione, una volta tanto, è stata completamente costruita in Italia dalla ben nota ditta SAIR di Torino la quale, con simpatico gesto, ha voluto addossarsi completamente la non lieve spesa dell’installazione, nonché pure quella del funzionamento». Dal momento che il pubblico doveva avere la possibilità di visionare con facilità la stazione in funzione, fu scelta l’esistente palazzina in riva al fiume Po della Stazione Radiotelegrafica militare della Regia Marina. L’antenna di 60 metri, preesistente, fu così utilizzata da entrambe le stazioni (militare e civile) come pure i gruppi elettrogeni. All’interno dello stesso edificio, si trovò lo spazio per allestire un angolo con i banchi disposti a ferro di cavallo, su cui erano esposte tutte le specialità della locale ditta. Alle spalle di questi tavoli imbanditi con stoffe ricamate con il logo della SAIR, vi era un grigliato che proteggeva il curioso visitatore e consentiva comunque la visione della parte interna della stazione trasmittente. A tal proposito voglio segnalare un raro filmato muto dell’Istituto Luce che lo conserva fin dal 1929, proprio su questa stazione Marina-SAIR: il documento è sorprendente e costituisce un documento visivo molto interessante. Dapprima il video mostra il funzionamento della stazione radiotelegrafica militare manovrata da esperti marinai. Poi le immagini mostrano la già citata esposizione degli apparecchi di produzione SAIR, inquadrandoli in maniera molto dettagliata uno per uno. Infine l’operatore si sposta all’interno delle Officine della nota ditta torinese dove, con grande interesse, si può osservare la catena di montaggio dei rari apparecchi assemblati da esperti radiomeccanici. Chiunque fosse interessato al suddetto documentario, può visionare gratuitamente il filmato direttamente qui.
Una delle poche immagini contenute all’interno di una rara pubblicazione del 1929 a cura del dott. M.E. Becchis dal titolo “La Radio in Italia e la Gioventù Studiosa” (Fig. 18), mostra il kit completo che caratterizzava il ricevitore mod. Popolare SAIR e la scatola che lo conteneva. All’interno del coperchio, oltre alle istruzioni, ai disegni e al logo dell’azienda, compare una nuova denominazione aziendale: “SAIR” Società Anonima Italiana Radiofonica Torino. Praticamente, in pieno regime fascista… scompare la parola “anglo”!

Visto il successo riscontrato dalla pubblicazione “Chiacchierando di Radiofonia” del 1927 (110.000 copie esaurite in pochi mesi) la S.A.I.R. dispose di realizzare una nuovissima edizione, ovviamente riveduta, ampliata ed aggiornata, da stampare in 10.000 copie. Ma questa volta, per evitare l’assalto di numerosi radioamatori interessati si, ma non certo ad acquistare materiale S.A.I.R., per selezionare ulteriormente il pubblico ed i potenziali clienti, si impose un prezzo di copertina che corrispondeva al puro prezzo di costo. E come si può ben intuire, non ebbe lo stesso successo dell’edizione gratuita.
Grazie a questa edizione del 1930 (che sarà anche l’ultima della S.A.I.R.) possiamo conoscere, anche se limitatamente, la produzione tarda della famosa casa torinese.

«La SAIR non ha dormito sugli allori. Anche l’estate del 1929 è stata feconda di nuovi frutti […]». Così inizia la presentazione delle novità SAIR per il 1930. 
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