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Unda Radio - Dobbiaco

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Nonostante la difficile situazione generale (ricordiamo che il 10 giugno del 1940 il Duce, dal balcone di Palazzo Venezia, annunciava l’entrata in guerra dell’Italia), sommata al disagio del trasloco e al problema del reperimento delle nuove maestranze, il 14 dicembre dello stesso anno alla presenza delle autorità e di importanti personalità della città di Como, di alti gerarchi fascisti, della stampa locale e tecnica del settore, venne ufficialmente inaugurato il nuovo stabilimento. Nella stessa ricorrenza, le diverse autorità e personalità intervenute, sotto la guida di Max Glauber, dei fratelli Amonn e di Theddy Mohwinckel, ebbero modo di visitare i vari reparti in funzione e seguire così le varie fasi di costruzione degli apparecchi a partire dall’ufficio progettazione, passando attraverso le varie fasi di montaggio, di taratura, e fino al reparto collaudi. Nel nuovo stabilimento venne costituito il Dopolavoro Aziendale e la mensa per i dipendenti. Il giorno dell’inaugurazione, la signora Glauber, madrina dell’evento, ricevette in dono da un’operaia, un mazzo di orchidee. 
La Unda si insediava in un vecchio stabile edificato alla fine del 1800 per un’azienda che operava nel settore tessile e produceva velluto. Dopo il fallimento di quest’ultima lo stabile fu acquisito dal sig. Giampietro Dell’Oca che accettò di affittarlo alla Unda. Di lì a poco (il 26 settembre del 1940) il capitale sociale venne ulteriormente aumentato arrivando così a Lire 2.900.000.
Nel contempo, alla IX Mostra Nazionale della Radio, svoltasi nel settembre del 1937, l’Ente Radio Rurale lanciava anche il modello "Radio Roma", il nuovo ricevitore per il popolo, che andava a sostituire la "Radio Balilla". La Unda non produsse mai la Radio Roma e non partecipò nemmeno al concorso indetto per stabilire l’apparecchio tipo.
Alla XII Mostra Nazionale della Radio, tenutasi alla Permanente nei giorni dal 14 al 22 settembre del 1940, la Unda è già in piena attività e presenta ben cinque modelli della serie "Quadri Unda": 541, 534, 542, 544 e 545 e cinque modelli della serie "Sex Unda": 761,762,763,764 e 961.
Alla XIII Mostra Nazionale della Radio (1941), ultima edizione di questa importante rassegna, interrotta poi dalla guerra, la Unda Radio presenta per la prima volta tre modelli della nuova serie "Penta Unda" ed esattamente il 651, il 652 e il 653. I primi due sono ricevitori soprammobile a sei valvole (6A8-6K7-6K7-6Q7-6V6-5Y3) che si differenziano solo per l’esecuzione del mobile e il 653 rappresenta l’edizione radiofonografo montato in mobile consolle. 
A questo punto gli eventi bellici paralizzano la produzione di apparecchi civili e vengono messi in produzione apparecchiature militari quale: la stazione RB 30 che è un complesso radiotrasmettitore installato a bordo dei caccia italiani, seguita subito dopo dalla stazione RB 30 T bis, entrambi progetti della Allocchio Bacchini ma realizzati con alcune modifiche anche dalla Unda e di apparecchiature per la Marina come il ricevitore modello RR 2 ed il trasmettitore modello TPR 20, progettati e prodotti inizialmente dalla Marelli. 
Nel 1943, attraverso un redazionale apparso sul n. 101-102 della rivista Radio Industria la Unda informa che su progetti del dott. Fausto Bruno la Società iniziava la produzione di strumenti di misura ed esattamente un oscilloscopio a raggi catodici denominato F. 125 e un ondametro denominato F. 122. La lettera F fa riferimento proprio al nome del progettista (Fausto). Nonostante la guerra, nel 1944, viene presentato il modello "Tri Unda" 53/4 e nel 1945 l’Azienda presenta due amplificatori, il modello P. 5/1 con erogazione di 35 Watt e il modello P. 5/2 tipo portatile di media potenza, 15 Watt. Sempre nel 1945, presenta il primo modello della serie "Octa Unda"; il 98/1, supereterodina a nove valvole, atto alla ricezione di otto gamme d’onda (OL-OM e sei in OC e OCC) e il "Quadri Unda" 54/1; supereterodina a 5 valvole (ECH4-6K7G-6Q7G-6V6G-5Y3G) per la ricezione in onde medie e tre gamme d’onda corte.
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