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S.I.T.I. Società Industrie Telefoniche Italiane Doglio - Milano

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alla vicenda Siemens del 1926 quando, la condizione preoccupante dei debiti della SITI, portò il colosso tedesco a proporre una transazione in lire 375.000 oro ma la Siti traccheggiò fino al 1929, in attesa dell’assestamento aziendale reso possibile grazie all’aumento di capitale a lire 12.000.000. Ma la società milanese era ormai in preda alla speculazione e dovette pagare alla Siemens ben 2.000.000 lire italiane attraverso il vice Presidente Friedman residente a Berlino. Ma la storica azienda italiana era fra le più antiche e forti a livello nazionale e grazie alla buona gestione del periodo 1919-1923 gli diede la possibilità di reggere il colpo. “Se la SITI non fosse stata dotata di una straordinaria vitalità non avrebbe potuto resistere sette anni ai continui cambiamenti di amministratori ne avrebbe potuto ciò malgrado tutto restituire al Banco di Roma i quarantanove milioni da esso finanziati nonché il buon numero di milioni di interessi ed ancora fare sempre onorevolmente fronte a tutti gli altri suoi impegni e tutto ciò con le sole proprie forze perché nessuno più dal 1923 ad oggi (aprile 1931) le ha portato una sola lira di nuovo capitale”. La situazione era sicuramente critica e si rendevano necessarie azioni forti e coraggiose, lanciando modelli nuovi ed accattivanti. Ma per restare al passo servivano ingenti risorse e quindi ristrutturazioni aziendali erano inevitabili. Per risanare l’azienda, nel 1929 fu effettuata la rivalutazione degli immobili nel bilancio annuale. Ma il conto profitti-perdite di quel bilancio fu presentato mutilato per nascondere il giro contabile eseguito per l’aumento degli immobili.
Il conto profitti-perdite ufficiale del bilancio 1929 portava i seguenti totali:
  • Perdite = £ 1.584.936,05
  • Profitti = £ 1.507.162,20
 Mentre il conto profitti-perdite vero doveva avere:
  • Perdite = £ 3.584.526,00
  • Profitti = £ 3.507.162,20
 Le paghe furono diminuite del 18%, le spese di officina del 15% e le spese generali d’amministrazione furono rimaste pressoché invariate. “Questo miglioramento nelle spese è quello che ha permesso di tenere, sino ad oggi, fronte ai prezzi della concorrenza estera” continua Doglio. “Nel ramo radio per broadcasting, lontani dal poter seguire, per ragioni finanziarie, i sistemi reclamistici di case concorrenti, abbiamo lavorato discretamente ed abbiamo oggi quasi esauriti gli apparecchi preparati per l’ultima stagione. Con un nuovo tipo di apparecchio che stiamo approntando, speriamo di poter mantenere il nostro posto anche in questo ramo. Purtroppo però le ordinazioni del mercato impongono di essere molto cauti e ci obbligano a limitare le nostre vendite in causa delle condizioni di pagamenti molto dilazionati che raggiungono persino le rate mensili di £.50 e per il forte rischio al quale si va in contro. Nel ramo trasmittente e ricevente la SITI si è brillantemente affermata; le forniture nel 1930 sono più che triplicate in confronto al 1929 e nel primo trimestre del 1931, il complesso delle forniture fatte in questo ramo ed ancora da evadere, hanno raggiunto il doppio delle forniture del 1930. Le importanti ordinazioni espletate hanno dimostrato alle diverse amministrazioni dello Stato che la SITI è tecnicamente preparata a risolvere i problemi e le necessità dei diversi esercizi e che il materiale fornito è da classificarsi fra i migliori; di questo ne fanno fede i lusinghieri giudizi dei Signori collaudatori, sia i diversi ordini che ci sono passati”. Nonostante ciò “la concorrenza è forte e i prezzi non consentono margini di utile”. Fu così che si decise di lanciare coraggiosamente i nuovi modelli per il 1929-30 tra cui il modello 50 (Fig. 4) anche se con una campagna pubblicitaria minimale e di bassa qualità. Ma ancora una volta la SITI arrivava in ritardo rispetto alle altre case che proponevano modelli più potenti e oramai integrati di altoparlante elettrodinamico. Così che, a distanza di un solo anno, per la stagione 1930-31, la SITI proponeva un modello più evoluto, il modello 70 a sette valvole, sia in cassetta identica al predecessore (per esaurire i mobili costruiti per il modello 50) sia inserito in mobili consolle dotati di altoparlante integrato come i modelli 70 in mobile MSB, il Siti 70 Libreria (Fig. 5), il Siti 70 M e il Sitifon. Ma la concorrenza spingeva verso soluzioni sempre più evolute e al passo con i tempi così da spingere la SITI ad abbandonare la produzione di apparecchi a cassetta e i suoi derivati, per passare ad apparecchi completamente riprogettati sulla base dell’insegnamento delle migliori case d’oltreoceano. E’ per questo motivo che oggi questi modelli (tipo 50 e 70 comprese le varianti di mobile) sono così rari da reperirsi, perché costituiscono modelli temporanei di transizione. Fu così che l’azienda milanese propose sul mercato per la stagione 1931-32 la serie 33 e 53 in varie forme di mobili e consolle (Figg. 6 e 7). Finalmente la storica azienda si era svincolata dal pesante passato e guardava al futuro. Ma a causa degli ingenti investimenti, esigui profitti e cattive gestioni, la SITI si avviava verso il tramonto. L’Amministratore Giuseppe Doglio si lamenta ancora. “Visto il bilancio al 31 dicembre 1930 risulta che anche l’esercizio 1930 l’Amministrazione ha continuato nel sistema di preoccuparsi più dei privati interessi e di speculazioni personali che degli interessi della Società e che l’Industria Italianissima creata vittoriosamente dalla SITI è stata deliberatamente soffocata da una direzione apparentemente italiana effettivamente straniera”. Inoltre si 

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